Definiamo il dolore pelvico cronico
Il dolore pelvico cronico può essere definito come un dolore persistente o ricorrente, che viene percepito a livello della pelvi e che comprende gli organi e i tessuti in essa contenuti.
Può essere associato a sintomi ginecologici, a disfunzioni sessuali, a disturbi delle basse vie urinarie a disordini intestinali o ano-rettali senza riscontro obiettivo di infezioni nè di altre patologie.
Da un’indagine condotta da Fondazione Onda emerge che una donna su 3 dichiara di soffrire di dolore pelvico ma solo 1 su 10 ha ricevuto una diagnosi.
La varietà dei sintomi riscontrabili nel dolore pelvico cronico può essere fatta risalire ad una disfunzione del sistema somato-sensoriale, caratterizzata da una sensibilizzazione periferica e centrale, correlata da un processo infiammatorio di tipo neurogenico, dove l’elemento cellulare fondamentale è il mastocita.
Sotto il profilo clinico, il dolore pelvico cronico è caratterizzato da due processi sensoriali anomali, detti “iperalgesia” e “allodinia”.
Per iperalgesia si intende una risposta amplificata ad uno stimolo doloroso di per sè normale, dovuta alla moltiplicazione delle fibre del dolore e quindi ad un’amplificazione delle “antenne” che captano lo stimolo potenzialmente nocivo.
Per allodinia si intende il viraggio della della percezione dello stimolo da tattile a doloroso urente, dovuta alla dislocazione delle fibre del dolore che da profonde nel tessuto, si superficializzano verso gli strati esterni della mucosa (www.medicinadeldolore.org).