Radiofrequenza ed Elettroporazione

La radiofrequenza è un’onda elettromagnetica che si propaga nello spazio o in un cavo. Essa è in grado di far sviluppare calore endogeno, accelerando il metabolismo tissutale e inducendo neo-collagenogenesi (produzione di nuovo collagene) tramite stimolazione dei fibroblasti (i quali a loro volta producono acido ialuronico).

Negli ultimi anni gli avanzamenti della tecnica hanno permesso di creare dispositivi dedicati, con manipoli vaginali e vulvari, per trattare alcune forme di dolore pelvico cronico.  Attraverso il riscaldamento selettivo prodotto da un manipolo endovaginale (all’interno della vagina), questa metodica non invasiva è in grado di ridurre i principali sintomi dell’atrofia vaginale (bruciori, secchezza, prurito e dispareunia), stimolando la produzione di nuovo collagene e ripristinando così l’elasticità e la compattezza dei tessuti vaginali. Rispetto ad altri trattamenti ha il vantaggio di essere indolore e offrire una certa velocità nel raggiungimento dei risultati. Inoltre permette una ripresa immediata delle normali attività, compresa la vita sessuale, ed è sicura nell’utilizzo.

La radiofrequenza eseguita per via vaginale permette anche un più veloce recupero da traumi e patologie infiammatorie dell’apparato muscolo-scheletrico. Gli effetti biologici sono, principalmente, tre: aumento del microcircolo, vasodilatazione e incremento della temperatura interna.

Per quanto riguarda l’applicazione genitale, alla radiofrequenza può essere associata anche un’altra tecnologia: l’elettroporazione, che analizzeremo nel capitolo seguente.

L’elettroporazione è una tecnica che si avvale della variazione strutturale transitoria delle membrane cellulari a seguito dell’applicazione di impulsi ad alta tensione. La sua applicazione cutanea ha dimostrato di aumentare il rilascio transdermico di farmaci con diverso ordine di grandezza.

Inoltre l’elettroporazione amplia la gamma di farmaci (macromolecole, lipofile o idrofile, cariche o molecole neutre) che possono essere rilasciate per via transdermica. Nell’ambito del dolore pelvico cronico è stata dimostrata l’efficacia dell’elettroporazione applicata tramite sonda vaginale, utilizzando un mix di farmaci (ad esempio amitriptilina e lidocaina) in pazienti con una diagnosi di vulvodinia e vestibolodinia, ma anche utilizzando semplice acido ialuronico per trattare l’atrofia vulvo-vaginale di varia natura (menopausa, postpartum, utilizzo prolungato di contraccettivi orali) e di vario grado, con l’obiettivo di raggiungere l’area di interesse clinico con una concentrazione più elevata di principi attivi, superiore rispetto alla somministrazione topica ma anche superiore alla somministrazione sistemica e con minori effetti collaterali.

È una tecnologia non invasiva e non dolorosa che può essere definita come una “siringa virtuale”, i trattamenti sono veloci ed efficaci e permettono una sensazione immediata di idratazione e benessere.